Ray Chung

Ray Chung

Ray Chung, performer, insegnante, ingegnere e artista con la passione per la danza che condivide con gioia con gli altri. Il suo principale interesse è l’improvvisazione e ha praticato la Contact Improvisation dal 1979 come pratica performativa integrando altre forme di movimento nel suo lavoro incluse arti marziali bodywork e Authentic movement. Ray ha lavorato con i principali esponenti della Contact Improvisation e collabora regolarmente con danzatori, musicisti e altri artisti. Il suo lavoro è stato presentato in numerosi festival internazionali. Risiede a San Francisco e in Svezia e insegna regolarmente in vari paesi.

The Art and Sport of Contact Improvisation | Intensive, 18-22 maggio

In Contact Improvisation i movimenti e le forme si manifestano come prodotto di ciò che succede nel momento. Sono davvero spontanee oppure seguono percorsi che si ripetono dalle esperienze passate? Sono movimenti artistici oppure è la “forma” in se ad avere una propria estetica? Un tempo Simone Forti usò la parola “art sport” per descrivere la Contact Improvisation. Questa descrizione include la fisicità dello sport e la creatività dell’arte. Per me gli aspetti riguardanti lo sport sono sempre stati più facili da incontrare. Le regole del gioco sono chiare, le leggi della fisica, la maniera in cui comunichiamo per creare fiducia e sostegno, prendersi i rischi per espandere i limiti. L’arte è stata più sfuggente, ma non quando portata nell’esperienza diretta. Creare una struttura di connessione tra “art” e “sport” sarà il tema principale di questo workshop.

Di cosa c’è bisogno per praticare in sicurezza, facilità e rimanere in connessione con gli altri giocatori? Faremo un riepilogo dei principi base della Contact Improvisation e ci concentreremo sull’uso efficiente e senza sforzo delle capacità tecniche per sviluppare la facilità e la disponibilità nel cambiare stato e intensità nel contatto e nel peso. Svilupperemo la pratica per includere elementi dell’arte della CI cercando di cogliere quando, sia spontaneamente che intenzionalmente, appare una composizione. Cosa è che realizza una composizione? E’ la maniera in cui percepiamo l’azione o è l’intenzione del giocatore? Articolando la nostra intenzione troveremo l’immobilità del corpo in movimento e il movimento nell’immobilità come una attività compositiva esteticamente valida. Proseguendo nella nostra pratica lavoreremo sulle possibilità di muoversi “out of the box” del duo allargando le nostre possibilità di scelta su come includere altri danzatori mentre ci muoviamo con continuità sia in contatto che senza contatto.

Condividi: